Quando si parla di lotta all'inquinamento si sentono spesso nominare bottiglie di plastica, cannucce, buste per la spesa... ma sapete qual è il rifiuto che vanta più unità disperse in natura? Si tratta dei mozziconi di sigaretta, derivanti dai 5,5 miliardi di sigarette che gli uomini fumano ogni anno nel mondo.
Consideriamo, per avere un'idea, che una singola associazione di volontari, la Ocean Conservancy, ha raccolto negli ultimi 30 anni circa 60 milioni di mozziconi sulle spiagge di tutto il mondo. Ma cosa succede ai filtri che non abbiamo la fortuna di raccogliere?
immagine: publicdomainpictures.net
I filtri delle sigarette si decompongono nell'arco di decenni, poiché composti di una sostanza sintetica che si chiama acetato di cellulosa. Come avviene per altri prodotti di scarto, anche questo materiale finisce per entrare nella catena alimentare. Varie ricerche (trovate alcuni riferimenti in fondo alla pagina) hanno rilevato la presenza di questa sostanza nel 30% delle tartarughe e nel 70% degli uccelli marini. Come ci sono arrivate? Ovviamente attraverso i pesci, che sono i primi ad assorbire i rifiuti tossici e a veicolarli ai predatori, uomo compreso.
immagine: Tony Wills/Wikimedia
Purtroppo al momento sembrano non esistere soluzioni immediate. La lobby del tabacco è ancora potentissima al livello globale, e solo alcune multinazionali si stanno attrezzando per produrre filtri biodegradabili o per integrare nel costo del pacchetto anche una quota per la raccolta e lo smaltimento.
Due cose però potremmo farle già da ora: innanzitutto smettere di fumare; e poi, se proprio non ci si riesce, almeno evitare gettare in terra quel dannosissimo mozzicone.
Fonte: www.curioctopus.it
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